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Il Barolo Chinato: La Nascita

L’aromatizzazione del vino è una pratica antica quanto il mondo. Gli egizi erano soliti mischiarlo con erbe che avessero proprietà curative, i persiani con spezie e talvolta con Cannabis o papavero. I romani invece amavano aromatizzarlo con resina di pino, di lentischio o con la stessa mirra, talvolta con miele e petali di rosa o viola. In questo lungo elenco non si può non citare il Vermut, nato a Torino a fine del ‘700 e probabile ispiratore del Barolo Chinato.

Insomma, l’originalità del mio pro-pro zio farmacista, Giuseppe Cappellano, non è stata nell’idea di aromatizzare un vino, ma nell’unire un ben particolare ed equilibrato mix di spezie (chiamate ad inizio secolo “droghe”) ad un vino straordinario, il Barolo. Ma perché proprio un farmacista? Perché la farmacologia a fine ‘800 si basava prevalentemente sull’erboristeria, ed era proprio il farmacista a possedere una completa conoscenza delle proprietà terapeutiche ed organolettiche di ciascuna spezia. Il Barolo Chinato nasce quindi come medicina, tant’è che i vini aromatizzati sono stati fino a pochi anni fa nei listini di alcune distribuzioni di case farmaceutiche.

L’effetto di tutte le spezie porta a interessantissimi effetti benefici: la sinergia degli elementi estratti tramite macerazione in alcol porta allo sviluppo di principi attivi dal sapore amaro che stimolano la secrezione salivare e del succo gastrico, aiutando quindi la digestione.

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