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Mercoledì, 03 Febbraio 2016 15:26

L'era di "Baldo"

Mio nonno, Francesco Augusto Cappellano, anch’egli enologo, proseguì la strada tracciata dai suoi avi, lasciando il testimone al figlio Teobaldo, mio padre, sul finire degli anni ’60. Dopo un’infanzia trascorsa in Eritrea, Teobaldo prese il timone dell’azienda modificandola completamente: dimensioni ben più ristrette e massima attenzione alla qualità, secondo direttrici bel precise. Da un lato un'inedita attenzione al territorio, fatta di radicamento ed impegno. Le Langhe di quegli anni, ben lungi dall'attuale riconoscimento, erano terra difficile che Teobaldo si impegnò a promuovere e difendere attraverso un'attiva e instancabile partecipazione al Consorzio del Barolo e Barbaresco e come presidente dell'Enoteca Regionale del Barolo. Al contempo, la recente fama e le difficoltà economiche di chi produceva vino rendevano troppo allettanti le incursioni di un approccio industriale alla viticoltura. Teobaldo fu tra i primi ad affermare la necessità di un ripensamento della produzione, ritrovando l'armonia con le radici del lavoro contadino e assumendo la responsabilità di una tutela ambientale.

Negli ultimi anni della sua vita è stato presidente dell'associazione Vini Veri, in prima linea nella promozione di un approccio naturale alla produzione vinicola, impegnandosi soprattutto nella formazione di una rete consapevole tra produttori, orientata alla ricerca ed al sostegno reciproco. D'altro canto l'orientamento alla qualità imponeva una attenzione al Barolo Chinato, che negli anni Sessanta stava conoscendo un momento sfortunato a causa del proliferare di nuovi concorrenti di scarsa fattura. Teobaldo continuò caparbiamente a credere nella ricetta scritta a mano da suo zio Giuseppe, ricevuta dal padre Francesco in busta chiusa e sigillata. Con la delicatezza e la perseveranza che gli erano propri, lungamente combatté i pregiudizi che avevano investito il Barolo Chinato.

Dopo anni di lotte riuscì nel suo intento, riportando l’elisir al prestigio che gli spetta di diritto e che ora vanta; custodendo gelosamente, sia nel periodo difficile che in quello fortunato, la ricetta dell’avo e difendendone l’artigianalità.

Mercoledì, 03 Febbraio 2016 15:26

Il '900

All’Esposizione Universale di Parigi (la stessa in cui fu eretta la Tour Eiffel per commemorare il centenario della Rivoluzione Francese), la cantina di Giovanni Cappellano vinse la medaglia di bronzo. Il mio perspicace bisnonno si era probabilmente recato in Francia per conquistarne il mercato, essendo le viti francesi in quegli anni già colpite dalla fillossera. Giuseppe, fratello di Giovanni, si laureò invece in farmacia, scegliendo la strada industriale vinicolo - farmaceutica. Produsse in quel periodo mosti concentrati curativi nonché le prime gelatine d’uva (guadagnandosi una medaglia d’oro alla mostra internazionale), ed inventò il Barolo Chinato. L’avventura industriale di Giuseppe durò poco: nel 1912 suo fratello Giovanni morì, colpito da una febbre tropicale contratta in Tunisia (ove si era recato per cercare un vitigno resistente alla fillossera), e Giuseppe scelse pertanto di occuparsi dell’azienda di famiglia.

Sabato, 23 Gennaio 2016 11:19

Grappa

grappadibarolo

 

 

La curiosità di un vignaiolo, il talento di un grande artigiano. La nostra grappa nasce così, dal desiderio di valorizzare quella parte dell’uva delle nostre vigne che viene meno considerata e dalla scelta di affidarla a una sensibilità come quella di Gianni Capovilla. Un’esperienza che per noi è stata un po’ come un viaggio sul “lato nascosto della luna” alla scoperta del valore aggiunto del frutto che coltiviamo. Capovilla – a nostro modo di vedere il distillatore più adatto per ricavare il meglio di ciò che resta dell’uva dopo la fermentazione e preservarne la purezza - invecchia il distillato al freddo durante la stagione invernale affinché acquisisca eleganza, poi lo porta a gradazione con acqua di sorgente. Ne nasce una grappa disponibile in quantità limitate (siamo sotto le trecento bottiglie) ma contraddistinta dalla pulizia e dalla purezza che cercavamo.